Tre centimetri di avatar sulla pagina web

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grazie a Weblin, un plugin da applicare al browser, la visita a un sito diventa occasione di socializzazione con gli altri frequentatori

L’idea di Weblin viene al tedesco Jan Andresen alla fine del 2006 e subito vince l’Innovation Prize Web 2.0 nella categoria Digital Life – new forms of social interaction in the second generation Web. Nel marzo del 2007 l’amburghese Zweitgeist, società produttrice dell’allora omonimo software, annuncia la fine del periodo di beta testing e rinomina il prodotto col più universale e amichevole nome con cui lo conosciamo adesso, Weblin. Nello stesso periodo Zweitgeist annuncia un accordo con Microsoft per rendere disponibile Weblin all’interno di Windows Live Messenger. Nel giugno dello stesso anno, infine, l’italiana Lancia decide di tenere una conferenza stampa sul proprio sito internet utilizzando i piccoli avatar bidimensionali di Weblin.

L’idea consiste nel dotare chi naviga sui siti internet con il proprio web browser (Internet Explorer, Firefox ecc.) di un piccolo avatar 2D. Gli avatar presenti nello stesso momento in uno stesso sito si possono vedere tra loro e parlare, in pubblico o in privato, attraverso un chat testuale che utilizza le classiche nuvolette dei fumetti come metafora. Per fare questo è necessario installare un apposito software e scegliere, al momento della registrazione, il proprio alter ego digitale.Mentre si naviga su Internet, Weblin permette di portarsi dietro da un sito all’altro il proprio avatar, che si materializza sulla pagina ai propri occhi come a quelli degli altri utenti dotati di Weblin. La rappresentazione bidimensionale di ciascuno è capace di sdoppiarsi infinite volte, tante quante sono le finestre o le schede del browser che si aprono durante la navigazione.

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